Rispostaccia

Grazie. Devo ringraziare davvero tante persone, di cuore. Sono pochi giorni che è uscito il libro «C’era una volta un presidente» e già mi hanno dato modo di avere la mia sana dose di sorriso da stregatto, senza la quale non riesco a vivere bene. Senza la quale non so come avrei potuto fare, sarei probabilmente caduta in depressione e mi sarei fratturata qualche sinapsi. O come minimo avrei riportato una lussazione all’emisfero sinistro del cervello. E invece no! Senza neanche bisogno che io invocassi aiuto, si sono prodigati, e tutt’ora si sprecano per la mia salute, per farmi trovare me stessa, per suggerirmi chi sono. Vi pare poco? Provate a dare un’occhiata alla parcella media dello psicologo tipo. Insomma, queste persone io ho proprio il bisogno fisiologico di ringraziarle. Uno specialista non avrebbe potuto fare di meglio. Ad esempio, non mi ero ancora accorta di essere una «baldracca». Ohibò. Continua a leggere

È stata la mano di Diaz

Come sono contenta come sono felice. Da oggi niente più Padre Pio in giro. Ho una certa prepotente avversione per il tale, sempre a provocarti mezzi infarti emergendo a tradimento con quegli occhioni cerchiati dai taccuini di mezzo mondo; sempre a spuntare quando meno te l’aspetti al posto di un segnalibro cristiano (e passatemi il termine); sempre a ciondolare tra un ambipur e l’altro negli abitacoli delle auto e se io fossi della Motorizzazione Civile revocherei la patente vita natural durante a quelli che vanno in giro con pupazzetti ciondolini rosari e diffusori d’essenze in mucchio, perché voglio proprio vedere come uno può mantenere l’attenzione sulla carreggiata con quelle boccettine sospese sopra la testa come una spada di Damocle. Continua a leggere

Viva gli sposi!

Auguri e (altri) figli maschi – perché di figli il nostro ne conta già ben diciotto – al presidente del Sudafrica Zuma, in occasione del suo quinto matrimonio.
Sostegno (a)morale a lui contro gli strali di femmine, femminucce e femministe che gli rimproverano i suoi numerosi amori legittimi.
Parole di comfort ai politici, politichini, e politi-cisti, che sono rispettabili, loro, e hanno una famiglia. Insomma, i transessuali non se li portano mica all’altare e nemmeno le veline, ça va sans dire. Non sono cose da farsi. Non è ammesso dalla legge. Continua a leggere