Si chiama Greta, è molto influente e NON viene dalla Svezia – l’intervista a Greta Menchi per IlGiornaleOFF

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Quando era adolescente, nella sua casa di Roma, si raccontava in video che poi pubblicava su Facebook o su Youtube, con ironia e purezza leggera.
Per i video lavorava tutta la notte e il giorno prima sistemava le luci. Facendo da sé anche per il montaggio. “Sono arrivata a odiare la mia voce per quante volte l’ho risentita nei minimi dettagli, per ore e ore”. È così che Greta Menchi è diventata campionessa di visualizzazioni e, in breve, una delle youtuber più famose d’Italia. Ora conta quasi due milioni di follower su Instagram, ha scritto un libro, ha recitato al cinema, ha prestato la sua voce come doppiatrice e ha fatto parte della giuria di qualità di Sanremo. E quest’estate sono usciti i suoi primi due singoli, Fuori di me e Tinta (Sony Music).

  

  • Video, foto, recitazione, racconti e ora questi nuovissimi progetti musicali. Il mondo del web consente l’espressione di diversi talenti. Quali altre forme di espressione artistica ti piacerebbe sondare nei prossimi tempi?

Ho iniziato il mio percorso su Youtube proprio pubblicando delle cover musicali, poi questa cosa è sfociata nel volermi raccontare in tutti gli aspetti della quotidianità. Ho sempre trovato nella musica la mia forma d’espressione e la musica ha accompagnato il raccontarmi sui social: la inserivo nei video, mi esprimevo attraverso le playlist che mi ispiravano. Crescendo ho trovato il mio genere. Ora è tutto in fase di sviluppo e ci saranno diverse sorprese, perché i due singoli usciti sono solo una piccola introduzione del passaggio dal mondo della Greta di Youtube a quello che io sono oggi.

 

  • Cosa ti ha portato a intraprendere questo nuovo percorso artistico?

Quando ero piccola ero nel coro della scuola e in quello della chiesa del quartiere. E ogni volta che mi sentivo giù di morale, ascoltavo canzoni che mi facevano subito stare meglio, conosciute grazie a mamma e papà. Mia mamma amava una grande varietà di musica, dal rock anni ‘70/’80 a Battisti. Papà soprattutto i Queen, che per me sono stati decisivi. Ogni volta che salivo in macchina volevo sentire Under pressure. Nel mio videoclip ho voluto inserire un piccolo omaggio a delle figure che per me hanno fatto la storia della musica e sono state degli esempi anche per il loro modo di affrontare la vita e di rappresentare la loro libertà.

Da piccola avevo iniziato a prendere lezioni di piano, ma purtroppo non ce lo potevamo permettere, quindi non ho continuato. Ho frequentato una scuola di musica dove ero nel coro e lavoravo anche da solista, e anche questa era una grande spesa per la mia famiglia.
Il web, permettendomi di raccontarmi, mi ha aiutata a realizzare i miei sogni e a potermi finanziare, dandomi tante possibilità per disegnare il mio futuro. Il web è e sempre sarà la mia casa. Continua a leggere